Nell'era del mondo digitale e dei progressi tecnologici, le aziende sanitarie devono necessariamente lavorare per essere all'avanguardia e fornire ai propri pazienti le risposte adatte alle loro esigenze, in uno scenario che continua costantemente ad evolversi. Uno dei modi per continuare a distinguersi nel settore ed innovarsi è focalizzare il proprio lavoro sull'esperienza fornita ai pazienti che fruiscono dei servizi offerti dalla propria azienda.
Con l’evoluzione dell’assistenza sanitaria verso trattamenti sempre più personalizzati, le informazioni che descrivono caratteristiche, preferenze e abitudini dei pazienti non sono più soltanto dei dati statistici per come erano considerati in passato, ma rappresentano nozioni fondamentali che servono a delineare i profili dei pazienti abituali di un centro medico o dei potenziali tali.
Ad oggi, la gestione della presenza online e di quella fisica di un’azienda rappresentano due facce della stessa medaglia. Il mondo sanitario non fa certo eccezione e, nel tempo, la quasi totalità degli attori italiani ha costruito, più o meno timidamente, il proprio sito web.
Nel marketing sanitario, il “branding” definisce il processo effettuato dalle aziende di settore per differenziare la propria offerta da altre analoghe e fa riferimento all'applicazione delle tecniche di marketing che servono ad aumentare il valore percepito dal consumatore rispetto ad una determinata azienda (marca) o servizio fornito. Gli operatori del marketing sanitario lavorano per attribuire alla marca la "promessa" implicita di qualità che il paziente si aspetta dal servizio, determinandone così l'acquisto o fruizione nel futuro.
Si stima che l'industria sanitaria sia una delle più grandi industrie del mondo con un valore totale del mercato che si stima dovrebbe arrivare a valere circa $ 11.908,9 miliardi entro il 2022.
Il settore sanitario è oggi un’industria che punta sempre di più alla qualità del servizio e che mette il paziente al centro del proprio approccio alle cure. Tale trasformazione degli ultimi anni ha accresciuto l’importanza e il valore della comunicazione tra gli operatori di settore e pazienti, rafforzandone il rapporto da entrambe le parti.
Nel mondo della sanità, nonostante il settore sia uno dei più coinvolti dalle più recenti rivoluzioni digitali e IT, il paziente medio è ancora costretto a mettersi in coda per ricevere pagine di documenti o CD con i risultati dei propri esami diagnostici o di laboratorio. Questa circostanza potrebbe persino diventare paradossale se pensiamo che la maggior parte delle informazioni di cui usufruiamo tutti i giorni sono in formato completamente virtuale. La digitalizzazione dei documenti sanitari, della reportistica medica, delle fatture e persino degli esami diagnostici complessi, come i raggi X o le tomografie, è oggi possibile grazie alle tecnologie digitali.
Come ogni anno, TuoTempo ha partecipato alla nuova edizione del Digital Health Summit. Anche se anche questa edizione, a causa del Coronavirus, si è tenuta in remoto, non ha mancato di trattare temi interessanti e argomenti di primo piano riguardo la sanità di oggi e di domani. In questa occasione abbiamo avuto modo di parlare di sanità digitale da un punto di vista “analitico”, parlando cioè di dati e risultati tangibili che noi stessi abbiamo condotto sui nostri partner. Sono emerse, nel corso dell’intervento tenuto da Corrado Tritto, Country Manager TuoTempo Italia, quattro direttrici di sviluppo ad alto impatto nel panorama della sanità digitale 2.0 che riproponiamo qui di seguito.
Il settore della sanità è tra i più importanti temi di ricerca online in Italia e nel mondo. Secondo l’ultimo report condotto da Bain & Company sull’impatto del digitale nel mercato healthcare, in Italia si effettuano circa 4 miliardi di ricerche sul tema salute ogni anno, posizionandosi solamente dopo Stati Uniti e Gran Bretagna.
In tutte le strutture Sanitarie, pubbliche o private, gli appuntamenti presi e non rispettati, comunemente identificati con il termine “No Show”, generano considerevoli problemi, in primis di natura contabile, con un notevole impatto sulle fatturazioni per mancati guadagni. Nell’essenziale un “No Show” costituisce un problema organizzativo non di poco conto: basti considerare che il “No Show”, mentre difficilmente può essere reclamato dalla struttura sanitaria che lo ha subito, si traduce immediatamente in un costo non recuperabile, privando lo slot in agenda occupato della marginalità necessaria a sopperire i costi di esercizio.
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