Il Piano Nazionale Transizione 4.0, adottato nel 2020 è la misura voluta dagli ultimi governi per indirizzare la politica industriale italiana e prevede, fra gli altri, un bonus per le attività di innovazione tecnologica.
Con l’entrata in vigore della Legge di Bilancio 2023, molte strutture sanitarie interessate a investire in nuove tecnologie si sono chieste se quest’anno sarà ancora possibile beneficiare delle agevolazioni previste dal piano.
Il settore sanitario diventa ogni giorno sempre più diversificato e complesso. Gestire e tenere traccia della grande mole di dati, delle informazioni sanitarie e delle cartelle cliniche dei pazienti è una sfida enorme per gli operatori. Fino a qualche anno fa il motivo era facilmente comprensibile: le informazioni erano principalmente riportate su carta, spesso conservate in maniera frammentata o attraverso supporti scollegati tra di loro.
Nell'era del mondo digitale e dei progressi tecnologici, le aziende sanitarie devono necessariamente lavorare per essere all'avanguardia e fornire ai propri pazienti le risposte adatte alle loro esigenze, in uno scenario che continua costantemente ad evolversi. Uno dei modi per continuare a distinguersi nel settore ed innovarsi è focalizzare il proprio lavoro sull'esperienza fornita ai pazienti che fruiscono dei servizi offerti dalla propria azienda.
I sistemi sanitari stanno oggi esplorando modi diversi di utilizzare le piattaforme di big data e di Intelligenza Artificiale (IA) per l'analisi predittiva attraverso le nuove soluzioni digitali. Si sta così passando dal semplice utilizzo dei dati per analizzare avvenimenti già avvenuti all'utilizzo di queste informazioni per prevedere in modo più affidabile cosa accadrà.
Con l’evoluzione dell’assistenza sanitaria verso trattamenti sempre più personalizzati, le informazioni che descrivono caratteristiche, preferenze e abitudini dei pazienti non sono più soltanto dei dati statistici per come erano considerati in passato, ma rappresentano nozioni fondamentali che servono a delineare i profili dei pazienti abituali di un centro medico o dei potenziali tali.
Gli eventi legati all'emergenza sanitaria degli ultimi due anni hanno dato una grande spinta all'adozione di soluzioni digitali in sanità, mettendone in luce le molte potenzialità. Fra i modelli di cura maggiormente affermatisi vi è la telemedicina, che ha permesso alle strutture sanitarie di continuare a garantire un certo livello di cura in maniera costante, riducendo di molto i rischi per i pazienti, i medici e gli operatori del settore, alleggerendo al tempo stesso il peso su sistemi sanitari già molto provati.
L’assistenza sanitaria moderna è sempre più incentrata sul paziente e, perciò, la capacità di un centro medico di accoglierlo nel suo insieme, con tutte le sue esigenze psicologiche e sociali, è diventata fondamentale.
Le recenti innovazioni nella tecnologia stanno plasmando il futuro della sanità. Queste innovazioni hanno l’obiettivo di snellire i processi assistenziali per i pazienti le quali esigenze - assistenziali ma anche pratiche - vengono poste al centro delle cure sanitarie, conferendo agli assistiti stessi maggiore accessibilità ai servizi e alle informazioni ma anche responsabilità relativamente alle tappe del proprio percorso paziente.
In pieno periodo festivo ci permettiamo di sognare in grande: oggi parleremo del futuro delle tecnologie digitali applicate al mondo della sanità. Avete mai sentito parlare di Internet of Things (IoT)? E di Internet of Medical Things (IoMT)?
Tra big data, voicebot, chatbot e algoritmi stocastici di gestione delle prenotazioni, le innovazioni in campo sanitario sembrano aver preso lo slancio negli ultimi tempi. Una di queste è certamente la messaggistica SMS, che fatica ancora ad entrare nei ragionamenti strategici di molti centri sanitari. Valutiamone i pro e i contro alla luce di un mini-business case pratico.
Si stima che l'industria sanitaria sia una delle più grandi industrie del mondo con un valore totale del mercato che si stima dovrebbe arrivare a valere circa $ 11.908,9 miliardi entro il 2022.
Nel mondo della sanità, nonostante il settore sia uno dei più coinvolti dalle più recenti rivoluzioni digitali e IT, il paziente medio è ancora costretto a mettersi in coda per ricevere pagine di documenti o CD con i risultati dei propri esami diagnostici o di laboratorio. Questa circostanza potrebbe persino diventare paradossale se pensiamo che la maggior parte delle informazioni di cui usufruiamo tutti i giorni sono in formato completamente virtuale. La digitalizzazione dei documenti sanitari, della reportistica medica, delle fatture e persino degli esami diagnostici complessi, come i raggi X o le tomografie, è oggi possibile grazie alle tecnologie digitali.
Il settore della sanità è tra i più importanti temi di ricerca online in Italia e nel mondo. Secondo l’ultimo report condotto da Bain & Company sull’impatto del digitale nel mercato healthcare, in Italia si effettuano circa 4 miliardi di ricerche sul tema salute ogni anno, posizionandosi solamente dopo Stati Uniti e Gran Bretagna.
In tutte le strutture Sanitarie, pubbliche o private, gli appuntamenti presi e non rispettati, comunemente identificati con il termine “No Show”, generano considerevoli problemi, in primis di natura contabile, con un notevole impatto sulle fatturazioni per mancati guadagni. Nell’essenziale un “No Show” costituisce un problema organizzativo non di poco conto: basti considerare che il “No Show”, mentre difficilmente può essere reclamato dalla struttura sanitaria che lo ha subito, si traduce immediatamente in un costo non recuperabile, privando lo slot in agenda occupato della marginalità necessaria a sopperire i costi di esercizio.
Uno degli aspetti più importanti del processo di trasformazione della sanità italiana negli ultimi anni riguarda l’utilizzo di dossier sanitari dematerializzati in formato elettronico per la condivisione dei dati che rappresenta una delle principali innovazioni - insieme a telemedicina, piattaforme digitali, app medicali, big data e intelligenza artificiale - verso cui si sta muovendo il nostro paese per potenziare i servizi assistenziali e migliorare la vita delle persone attraverso la velocizzazione dei processi e l’ammodernamento del sistema.
La qualità di un servizio è determinata da uninsieme eterogeneo di fattori che, soprattutto nel caso del mondo sanitario, può diventare molto complesso da definire e interpretare. La soddisfazione del paziente dipende infatti da molte elementi, sia tangibili che non, che sono in maggior parte controllabili dalla struttura in maniera relativamente facile. Ognuna di queste, però, non pesa allo stesso modo rispetto alle altre: ricevere un trattamento sanitario adeguato e professionale è certamente tenuto più in considerazione nelle logiche di soddisfazione del paziente rispetto ad altri fattori meno rilevanti, come la presenza di settimanali o libri nella sala d’aspetto della struttura.
La fedeltà dei pazienti e la patient retention - vale a dire il mantenimento dei pazienti presso la propria struttura sanitaria - sono tra i fattori più importanti per il successo a lungo termine di un’azienda sanitaria.
Uno dei problemi nati con la rivoluzione tecnologica riguarda l’emergere di un vuoto, creatosi con internet, tra i fornitori di beni e di servizi e la clientela. I legami territoriali con i venditori si diluiscono e nuove competenze, come la gestione del proprio brand digitale o della presenza sui social, diventano sempre più centrali nelle strategie di business.
Il moderno approccio all’Assistenza Sanitaria pone il paziente al centro del trattamento terapeutico, accogliendolo nel suo insieme - con tutte le sue esigenze fisiche, psicologiche e sociali - e coinvolgendolo in tutte le tappe del proprio Patient Journey.
Un aspetto che si tende a tralasciare quando si parla di sanità digitale riguarda il mondo dei dati e dell’analisi. In un contesto di tutela e cura dell’individuo, parlare di profilazione e segmentazione, di analisi comportamentale e insight suscita diffidenza e preoccupazioni, anzichè curiosità e interesse.
Nell’ultimo anno sono state numerose le iniziative digitali adottate in campo medico per rispondere alle nuove necessità derivanti dall’emergenza epidemiologica, incluso un utilizzo maggiore della telemedicina che rappresenta uno degli strumenti chiave per continuare a prendersi cura dei pazienti in sicurezza, attraverso consulti medici a distanza. La stessa Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha annoverato i videoconsulti tra le misure sanitarie essenziali per far fronte alla lotta contro il Covid-19.
Durante i meeting di settore, nei quali si parla di prenotazione on line, accade molto spesso che si affronti il problema relativo alla gestione delle agende piene di buchi, ovvero quelle che presentano appuntamenti non contigui e che lasciano un vuoto nella programmazione, ad esempio, tra le 9:30 e le 12:30. Questo è un problema di enorme importanza: gli slot che rimangono liberi diventano, economicamente parlando, equiparabili a dei No-show, ledendo la marginalità della struttura e compromettendone il corretto funzionamento sul lungo termine.
Quando si parla di ecosistema digitale è facile perdersi nella teoria: a livello pratico, infatti, non sono ancora molti gli esempi in ambito sanitario che si possono apportare alla discussione. Tuttavia, sin dal primo lockdown, le strategie tecnologiche adottate dalle maggiori aziende sanitarie del territorio sono state oggetto di approfondimento da parte degli esperti di settore. Una è emersa come particolarmente interessate: il Santagostino.
Quando si pensa alle tecnologie digitali, soprattutto nel settore sanitario, solitamente ci si concentra su singoli aspetti, come la necessità di avere un’App o un modulo di prenotazione online per seguire i trend di settore. Tuttavia, a costo di far alzare un sopracciglio o due, è interessante fermarsi un attimo e fare una constatazione: a volte, due più due non è uguale a quattro.
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